Eugenio di Beauharnais, principe francese, principe di Venezia, viceré del Regno d’Italia, granduca ereditario di Francoforte, I duca di Leuchtenberg e I principe di Eichstätt ad personam (Parigi, 3 settembre 1781 – Monaco di Baviera, 21 febbraio 1824), era il primo ed unico figlio maschio del visconte Alessandro di Beauharnais e di Giuseppina di Beauharnais, futura moglie dell’imperatore francese Napoleone I.
Nel 1805 Napoleone nominò Eugenio di Beauharnais viceré del neocostituito Regno d’Italia, dove, da quel momento, passò almeno la metà del proprio tempo fissando la propria residenza principale nella Villa Reale di Monza, che volle circondata dal più grande parco recintato d’Europa. Bonaparte voleva che alla guida dello Stato satellite vi fosse un uomo a lui assolutamente fedele e che non avesse obiettivi politici propri: Eugenio di Beauharnais era dunque per lui il candidato ideale. Eugenio sposò, nel 1806, la principessa Augusta di Baviera (1788-1851), figlia di Massimiliano I di Baviera. Le nozze furono celebrate il 14 gennaio 1806. Il viaggio di nozze da Monaco a Milano, passando per Venezia, fu trionfale.
Come regalo di nozze Eugenio concesse Villa Mirabellino alla moglie, che ne fece la sua residenza preferita durante il suo soggiorno a Monza. Il 16 gennaio 1808 fondò, presso il Palazzo del Monte di Pietà (Milano), la Borsa Valori di Milano. Nel 1809 si formò la Quinta coalizione antinapoleonica. Eugenio era al comando dell’esercito d’Italia: subì dapprima una sconfitta a Sacile, ma presto riuscì a respingere il nemico, riuscendo a congiungersi con la Grande Armata, alla periferia di Vienna, dove partecipa alla vittoria di Raab. Sempre durante la campagna d’Austria del 1809, poté annoverare varie vittorie ed è considerato colui che maggiormente contribuì alla vittoria nella battaglia di Wagram. Nel 1812 ottenne il comando delle truppe italiane, francesi e bavaresi del IV Corpo d’armata in partenza per la Russia. Fu il culmine della sua carriera militare, in cui si segnalò per la sua condotta eroica nella battaglia di Ostrovno.
Pagina aggiornata il 13/06/2023